Sterilizzazione, una scelta consapevole

Basta una veloce ricerca su internet per trovare numerosi articoli sulla sterilizzazione del cane, i quali hanno un approccio più o meno favorevole al tema.

Per sterilizzazione intendiamo l’eliminazione della capacità riproduttiva, temporanea o permanente, mentre sarebbe più più corretto parlare di “castrazione” in riferimento all’asportazione delle gonadi (testicoli o ovaie), sia che si parli di un soggetto di sesso femminile che di un soggetto di sesso maschile.

Siti di cliniche veterinarie e blog di settore si schierano apertamente in favore di una precoce sterilizzazione, essendo questa connessa al mondo della chirurgia preventiva, legata dunque alla prevenzione di malattie anche gravi, quali i tumori mammari o le infezioni dell’utero. Le argomentazioni a supporto si basano su dati scientifici incontrovertibili, ed è innegabile che da un punto di vista sanitario vi siano dei concreti vantaggi, sopratutto per quanto riguarda il sesso femminile.

È dunque molto importante essere sempre ben informati e consultare il veterinario di fiducia quando si tratta della salute del proprio cane, e nessun educatore o istruttore che si rispetti dovrebbe sostituirsi a questa figura di riferimento.

Sarebbe da considerare anche il fattore “controllo delle nascite” quando si parla di questo tema, non solo per i randagi, ma anche per i cani padronali; ma forse ci sposteremmo troppo dal focus dell’articolo, in merito voglio solo sottolineare che mai bisognerebbe improvvisarsi allevatori senza averne le competenze, competenze che ritengo essere l’unico punto di partenza possibile per poter seguire adeguatamente una cucciolata.

Fatte le dovute premesse, l’articolo non si pone l’obiettivo di indirizzare la scelta di chi legge fra il sottoporre a sterilizzazione o meno il proprio cane, ogni proprietario dovrà decidere responsabilmente in funzione del benessere del proprio compagno, quanto piuttosto quello di sensibilizzare chi non è del mestiere verso ciò di cui si parla, sottolineando gli aspetti emotivo/comportamentali conseguenza dell’una o dell’altra scelta, che ritengo siano importanti tanto quando il profilo medico.

Diamo per assodato il fatto che, da un punto di vista medico sanitario ci sia tutto da guadagnare in una sterilizzazione precoce, anche perché più avanti si va con l’età, minori saranno i vantaggi riferiti alla prevenzione.

(Per onestà, non posso non citare recenti studi che sottolineano come gli ormoni gonadici abbiano un’azione regolatrice anche sulla crescita ossea, e che parlano di una maggiore insorgenza della displasia dell’anca nei soggetti castrati prima dei cinque mesi.)

Cosa comporta decidere di lasciare il proprio cucciolone “intero”?.

La realtà alla quale andremo incontro sarà necessariamente diversa e le valutazioni importanti di cui tenere conto sono molteplici.

Facciamone intanto un discorso di responsabilità.

Nella mia personalissima esperienza come proprietaria di cagna adulta non sterilizzata so’ che la mia consapevole scelta espone il mio cane alla possibilità di contrarre le patologie sopra citate, ciò significa: più alta frequenza di controlli veterinari (con estrema attenzione ai loro esiti); probabilità di affrontare delle spese maggiori, legate ad esami più accurati di cui il cane potrebbe aver bisogno, come ad esempio un’ecografia, o ad interventi d’urgenza.

Nonostante questo, perché ho comunque compiuto una scelta in tal senso?

Perché non posso dimenticare di avere un approccio, nella vita e nel lavoro, che guarda al soggetto, al singolo individuo, nella sua interezza. Cerco quotidianamente di evitare l’errore di “antropomorfizzare” (errore comune e molto dannoso), cioè quello che ingenuamente ci porta a pensare “così ha la possibilità di essere mamma!”, o a giustificare comportamenti di maleducazione ed aggressività nei propri cani “è maschio, è normale!”.

I comportamenti umani sono influenzati dagli ormoni? Incidono in maniera differente a seconda della fase di crescita? Cambia tale influenza nel corso degli anni ed in base all’educazione che abbiamo ricevuto? Evidentemente si!

Perché per il cane dovrebbe essere diverso? In effetti non lo è.

Infatti, è nella prima adolescenza che il vostro cucciolone inizia a manifestare comportamenti conflittuali nei confronti di soggetti dello stesso sesso, oppure a percepire stranamente interessanti i membri del sesso opposto: dinamiche queste perfettamente riscontrabili nel percorso di crescita di ognuno di noi.

Allora perché privare arbitrariamente il cane della sacrosanta possibilità di relazionarsi ai suoi simili portando con se tutto il bagaglio ormonale di cui naturalmente dispone?

Non è detto certo che il semplice relazionarsi agli altri ci arricchisca e ci faccia crescere nel miglior modo possibile, se non si hanno gli strumenti per cogliere i diversi valori di un incontro e se viaggiamo su un binario unico.

Penso a quei maschetti a quattro zampe che iniziano a vivere le interazioni con le femmine solo ed esclusivamente in termini di corteggiamento, pigolando, mentre la cagnolina di turno utilizza qualsiasi espediente possibile per levarsi di torno il giovane stalker “dai annusa qui, dai corriamo, dai che mi butto per terra, dai che ti ringhio, dai che mi butto fra le gambe del mio proprietario e tipregoperfavoreportamiviadaqui!!”.

Lo stesso maschietto diventerà così o un cane frustrato schiumante di rabbia o, nella migliore delle ipotesi, uno stoccafisso rigido ed impettito che marca compulsivamente: in entrambi i casi comunque un soggetto con problemi socio-relazionali.

Una tragedia, insomma.

E non bisogna pensare che le femmine siano poi così diverse, piccole ienette in piena pubertà.

Va beh, ma di cosa stiamo parlando?! Questo articolo è chiaramente a favore della sterilizzazione! Ma il più velocemente è precocemente possibile! Perché vivere la fase degli “ormoni impazziti” anche con il cane? Di adolescenza mi è già bastata la mia! (E, vi assicuro, anche ai miei genitori).

Perché quindi? Perché con presenza, pazienza (tanta), calma, costanza, la giusta dose di assertività, con la capacità di capire quando sottrarre un soggetto da una interazione inutile e non costruttiva, con l’attenzione nel valutare che al contrario una certa situazione andrebbe vissuta anche se l’esperienza potrebbe essere non del tutto positiva, attraversare la fase dell’adolescenza con un guida, il proprietario, che sia presente ma non invadente, attento, capace, accreditato agli occhi del proprio compagno, è ciò che permetterà al cane di diventare un soggetto adulto.

Gli permetterà di capire “cosa voglio fare da grande” e mettersi sui giusti binari.

Come dire, certe esperienze vanno vissute perché un individuo possa costruirsi delle competenze, affinare degli strumenti. Quella stessa ormonalità, tanto avversata in passato, potrebbe risultare a sua volta uno strumento utile, un talento.

Allora ci troveremo con maschi adulti fini corteggiatori, in grado di stare nel gruppo, ma anche di catturare l’attenzione della cagnolina più interessante; femmine in grado di allontanare da una situazione di disagio o di conflitto il maschietto di turno sfruttando proprio l’ormonalità di quest’ultimo.

A volte gli ormoni aiutano a trovare un senso alle cose, allo stare in gruppo, nel vivere i rapporti…per alcuni conta molto, per altri meno, ma si tratta di qualcosa che andrebbe valutato e compreso prima di prendere a cuor leggero decisioni definitive ed irrevocabili.

I nostri cani, ed ora parlo come istruttrice di Camminandoconilcane, sono l’esempio a me più vicino di convivenza fra soggetti dello stesso sesso: amicizie ed alleanze inossidabili, malcelate antipatie, ma comunque vissute con capacità nello stare insieme.

Un cucciolone ancora fessacchiotto come G, che da poco si è aggiunto alla squadra, oltre alla guida del suo proprietario, può quotidianamente contare sul sostegno di un gruppo di suoi simili che gli è da esempio anche nel capire quali saranno i limiti nel vivere la propria ormonalità.

Diciamolo, è così che si diventa grandi!

Per concludere, il mio consiglio è: valutate attentamente i pro ed i contro, ragionate su ogni elemento, considerando anche il tempo a vostra disposizione, perché per educare alle cose del mondo, come dicevo, serve TEMPO e PAZIENZA, ma non prescindete dal soggetto che avete davanti. Consultate un veterinario, ma anche un educatore, qualcuno che possa aiutarvi a comprendere chi è il vostro cane, come e cosa sia più indicato per lui/lei, ma anche per voi e come coppia cane-proprietario.

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