Il Ludobus Z nasce come un parco giochi itinerante, un vero e proprio furgoncino da cui, in ogni sosta, saltano letteralmente fuori delle meraviglie con cui bambini, cani ed anche adulti possono divertirsi in occasione di una fiera, una festa, una vacanza, un evento particolare. Quando si spalancano le porte, il ludobus si trasforma in un’occasione di incontro per esercitarsi nella comunicazione, imparare a divertirsi insieme, capirsi, socializzare e condividere momenti di svago mettendosi alla prova, a due e quattro zampe, con giochi di abilità motoria, di riflessività, di ricerca olfattiva.

Sapete, la parola ludobus mi fa venire in mente una delle favole di Gianni Rodari che lessi per la prima volta da bambina, Il filobus numero 75. Mi immagino questo filobus che improvvisamente devia nei prati e si accosta a ridosso di un boschetto profumato, il tempo si ferma nel primo giorno di primavera, e tutti i passeggeri dapprima infuriati iniziano invece a cogliere dettagli e sensazioni a cui non erano più abituati, liberando quella parte di loro così curiosa, che si alimenta di stupore e meraviglia, che tutto ad un tratto li fa sentire finalmente vicini alla natura e al loro intimo essere bambini.

Allo stesso modo vedo sfrecciare il ludobus, che di colpo si ferma un po’ scoppiettando, e per la frenata iniziano ad uscire dai finestrini oggetti curiosi, e tutti i bambini accorrono per vedere di cosa si tratta: in un batter d’occhio si trovano a far finta di essere cani o gatti, a giocare con gli elementi che la natura mette a disposizione, a simulare una conversazione tra un cane e un bambino, a provare in prima persona a costruire giochi con materiali di recupero per capire l’importanza del riciclo per la salvaguardia dell’ambiente che tutte le specie condividono.

Oltre ad essere un furgoncino scoppiettante, Il Ludobus Z rappresenta e racchiude in quella “Z” tutte le attività e l’impegno che CamminandoconilCane mette nel campo della zooantropologia didattica, sia a livello di proposte di laboratori aperti a tutti, che di progetti a lungo termine in collaborazione con scuole ed enti.

Qual è il modo più semplice di definire cosa siano delle attività di zooantropologia didattica? Possiamo dire che si tratta di costruire dei percorsi che avvalendosi di un contenitore divertente e coinvolgente veicolano nozioni etologiche e le mettono a servizio e a portata dei bambini, educando alla conoscenza, al rispetto della diversità, all’empatia e alla relazione con l’altro attraverso la relazione con le altre specie.

” Conoscere gli animali: spesso si parla dell’importanza di educare i bambini a un corretto rapporto con gli animali, e a ragione, perché la nostra società ha perduto quel contatto diretto con la natura e con le altre specie che, viceversa, caratterizzava la cultura rurale. I bambini di oggi conoscono Peppa Pig non il maiale, Pongo non il cane, Bugs Bunny non il coniglio, Silvestro non il gatto e via dicendo. Per questo è fondamentale portare nelle scuole dei progetti didattici che abbiano come obiettivo lo sviluppo di conoscenze reali e concrete sugli animali.

Non vi è dubbio che oggi il bambino abbia poche possibilità di sperimentare il rapporto con la natura e gli altri esseri viventi e questo si ripercuote non solo sulla sua conoscenza degli animali ma soprattutto sul suo profilo evolutivo. Non si tratta solo di educare i bambini a un rapporto più autentico e rispettoso verso le altre specie, quello che ci si deve chiedere infatti è se, privati di questa relazione così importante nella storia dell’essere umano, i ragazzi non ne risentano da un punto di vista formativo. L’obiettivo è “educare i bambini attraverso la relazione con le altre specie ”.

Roberto Marchesini, Il bambino e l’animale. Fondamenti per una pedagogia zooantropologica.

Con i progetti di zooantropologia didattica intendiamo promuovere il valore della diversità, della soggettività animale, della relazione con esso, del contributo che questa ci ha offerto nell’evoluzione come specie e di come questo ruolo non possa essere sostituito, di come l’animale sia un centro referenziale indispensabile per l’uomo.

La zooantropologia didattica si pone perciò anche la finalità di studiare i contributi che l’incontro e il confronto con gli animali offre al bambino — in termini di ispirazioni, modelli, scacchi da superare, sostegni, orientamenti ossia, in altre parole, di referenze — per poi applicare questi riscontri in progetti specifici che aiutino i ragazzi ad accrescere certe competenze.

Da un punto di vista educativo si è potuto evidenziare nelle ricerche degli ultimi trent’anni che la referenza animale aiuta a sviluppare l’immaginario, l’empatia, la curiosità esplorativa, gli atteggiamenti di cura, la raccolta organica dei dati, l’espressività e la comunicazione non verbale, l’accettazione della diversità, la conoscenza della corporeità.

Non sono pertanto delle semplici lezioni sugli animali ma dei veri e propri interventi il cui obiettivo è offrire le migliori opportunità di crescita del bambino.

Quando ci avviciniamo ad un bambino per affrontare un “cambio di prospettiva” così radicale rispetto a quello a cui siamo educati per abitudine, troviamo in realtà un terreno molto fertile. Sia perché da un certo punto di vista le regole sociali vincolanti e giudicanti non sono ancora così radicate, sia perché stupore e meraviglia sono fortunatamente ciò che ancora muove un bambino nella scoperta del mondo, garantendo un accesso privilegiato al suo universo interiore in sviluppo, fatto di affettività, immaginario e rappresentazioni. Inoltre il mondo emozionale e sociale del bambino mette in evidenza aspetti comuni tra infanzia ed animalità e permette di essere davvero efficaci dal punto di vista formativo, e di lasciare al bambino un bagaglio di conoscenze (anzi, referenze) applicabile non solo al mondo dell’eterospecifico ma anche a quello umano: imparare il rispetto dell’altro come altro da sé, riconoscerne i talenti, accettarne e valorizzarne la diversità è chiaramente un modo di pensare che mai come ora aiuta a favorire l’integrazione.

La relazione con l’animale o il riferimento ad esso, promuove una serie di effetti come il decentramento (o viceversa l’attenzione su di sé se è questo che vogliamo incentivare), la disposizione all’ascolto e all’osservazione, la capacità di vedere le situazioni in una nuova prospettiva, la flessibilità cognitiva, l’interesse per la conoscenza, l’apertura alla diversità e la produzione del pensiero creativo.

In un progetto di zooantropologia didattica la referenza animale è motivo di forte coinvolgimento e nucleo di aggregazione e partecipazione, appartenenza e condivisione, che possono essere stimolati attraverso il gioco di finzione, di collaborazione, delle esperienze di gruppo che creano dinamiche di responsabilizzazione e cooperazione, di empatia. Inoltre non meno importanti sono le valenze di tipo percettivo, cognitivo e motorio che possono essere esercitate attraverso attività come percorsi sensoriali, attività osservative di ricognizione e refertazione, attività manuali o che coinvolgono tutto il corpo affinando la percezione del proprio corpo nello spazio, capacità indispensabile per avere una corretta relazione con l’uomo e con tutte le altre specie.

Questo è il punto di forza della didattica: fornire ed alimentare attraverso l’esempio animale, una serie di capacità e competenze nell’affrontare il mondo che il bambino è in grado di riportare nel proprio vissuto quotidiano, nel gruppo classe e nella relazione con l’altro.

Diverse possono essere le aree su cui incentrare un percorso e all’interno delle quali definire obiettivi specifici:

– Immaginario (fantasia e diversità, funzioni cognitive, curiosità e apertura verso la diversità)

– Affettività (lavoro sulla base sicura che permette di aumentare la sicurezza, acquisire autonomia, favorire le tendenze esplorative)

– Epimelesi (prendersi cura dell’altro e di sé, altruismo ed empatia, accuratezza, gratificazione ed autostima)

– Comunicazione (sviluppare competenze espressive ed interpretative, consapevolezza del corpo come strumento comunicativo, attenzione per l’altro e per i codici interpretativi)

– Educazione emozionale (migliorare la predisposizione verso il mondo attraverso un assetto emozionale positivo, stabilità emotiva, autocontrolli, attribuzione di stati emozionali)

– Somatomotricità (consapevolezza del proprio corpo come centro di relazione e posizionamento nell’ambiente, abilità motorie, organizzazione di posture)

– Percezione (promuovere nuove prospettive per conoscere il mondo esterno, rafforzare i sensi poco attivati, interesse esplorativo)

– Socialità (partecipare e collaborare, rispettare, negoziare)

Che si tratti quindi di un percorso articolato in più incontri o in qualche ora di condivisione, qualunque sia l’obiettivo e il piano educativo-relazionale che si vuole toccare, che gli incontri siano dedicati a bambini o a tutta la famiglia (ovviamente con il cane), è possibile realizzare diverse tipologie di attività:

. Laboratori didattici per bambini che affrontano tematiche legate alla natura, alla conoscenza e al rispetto della biodiversità, degli animali e del loro mondo percettivo. Lavorando sulla manualità, sui sensi e sull’immedesimarsi dei bambini nelle altre specie, facciamo conoscere il fantastico mondo della natura con tutte le sue stranezze e particolarità

. Laboratori didattici per coppie Cane-proprietario nell’ottica di un vivere con il cane semplice e spontaneo come solo la relazione col nostro migliore amico sa essere, lavoriamo con materiali di riciclo per costruire giochi e divertirci con lui con le cose che troviamo a casa tutti i giorni.

. Percorsi didattici nelle scuole il cambio culturale, che vede l’animale come essere diverso ma non inferiore a noi, e quindi da conoscere e rispettare, parte dalle scuole.

Da anni lavoriamo al fianco degli insegnanti e gli educatori delle scuole primarie con percorsi che possono durare, in base alle richieste, da poche ore ad intere giornate, per far conoscere il mondo animale ai bambini. Partendo dagli animali con cui si vive più a stretto contatto, come cane e gatto, alle particolarità degli animali esotici, strutturiamo dei percorsi di conoscenza graduale e comprensione delle diversità, tematiche che facilmente possono essere poi portate nella relazione e nelle dinamiche fra bambini.

Anche in questo caso, l’alterità animale diventa specchio per conoscersi meglio e imparare a rispettarsi.

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