Caccia al Tesoro Zooantropologica!

La caccia al tesoro è un tipo di gioco che contiene tutti gli ingredienti per essere davvero coinvolgente ed entusiasmante. C’è la competizione, c’è la curiosità enigmistica, c’è la possibilità di mostrare i propri talenti, c’è l’eccitazione e c’è quel pizzico tensione, ma soprattutto è in grado di trasportare i partecipanti in una dimensione avventurosa in cui si svestono i panni quotidiani per indossare quelli di esploratori coraggiosi e tutto improvvisamente è avvolto da un alone di mistero. Chi non ha mai giocato, anche da solo, senza alcun indizio e senza alcun tesoro, ad essere un grande esploratore? Da Marco Polo a Bear Grylls passando attraverso Indiana Jones e I goonies, tutti abbiamo sognato almeno una volta di essere protagonisti di una grande avventura.

Soprattutto quando parliamo di bambini, giochi così emozionanti possono diventare un ottimo mezzo per veicolare informazioni e temi importanti, per affrontare argomenti di ordine socioculturale o maggiormente legati alla sfera emotiva e della crescita, ma anche dell’apprendimento inteso sia come nuove conoscenze che come competenze pratiche.

Quando parliamo di caccia al tesoro zooantropologica, significa che diamo agli animali il compito di veicolare questi significati, o meglio di fare in modo che possano essere più accessibili e fruibili: immedesimarsi in un individuo diverso dall’uomo, che vive e percepisce la realtà in modo differente è un bellissimo modo di aprirsi alle possibilità e alla diversità intesa come diversa abilità, partire da ciò che ci rende diversi tra specie per arrivare a ciò che ci accomuna.

Questa avventura è un viaggio tra orientamento, migrazione e diversità. Saranno gli animali a farci immergere nella loro immaginario e a renderci evidente ciò che a volte fatichiamo a comprendere se non cambiamo l’angolazione da cui osserviamo il mondo.

Saremo rondini, per scoprire che spesso è necessario spostarsi per trovare le giuste condizioni in cui sopravvivere, e che non è affatto facile affrontare un viaggio tutti insieme senza sbagliare strada affidandosi solo alla memoria.

Saremo salmoni, e dovremo riuscire a capire dove siamo e dove ci stiamo dirigendo solo “annusando” l’acqua.

Saremo rane e picchi, e dovremo inventare linguaggi in codice e imparare a decifrarli.

Dovremo costruire, colorare, travestirci, truccarci, aiutarci, pensare, sfruttando al massimo i talenti di ogni componente della squadra, perché perfino i più grandi esploratori hanno aiutanti e squadre!

“‘Farcela da soli’ sembra una strategia di vita piuttosto costosa. Cercare il cibo ogni giorno, essere sempre vigili e attenti a eventuali attacchi dei predatori, trovare un posto al sicuro dove passare la notte o un compagno con cui accoppiarsi, allevare la prole sono tutte attività necessarie alla sopravvivenza: vivere insieme a individui della propria specie (conspecifici) può aiutare a farvi fronte con un minore impegno sia in termini di tempo sia di energia.

Si dice che gli individui formano una società quando sono attratti gli uni dagli altri, comunicano tra loro e vivono in uno spazio comune per molto tempo. Questa vicinanza nello spazio che dura nel tempo, con individui che si riconoscono come appartenenti a uno stesso gruppo, ha come scopo l’ottenimento di tutti i vantaggi che derivano dalla vita insieme e che si raggiungono con la cooperazione.”

Le vostre squadre, riusciranno a cooperare per portare a termine questa impresa?

Se volete arrivare preparati e la curiosità di sapere chi vi ha preceduto è incontenibile, potete ingannare l’attesa leggendo “Il grande libro degli esploratori” di Valentina Edizioni e “Grandi esploratori” di Touring Junior, oppure approfondire con esempi pratici gli spunti del paragrafo virgolettato visitando la pagina dell’enciclopedia Treccani per ragazzi, voce ‘società animali’ all’ indirizzo 

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