Un cervo in metropolitana

Per chi ha la passione di osservare, esiste sempre una quota di magico e misterioso in tutti i contesti. Un prato, un albero, una montagna, un lago sono porte che aprono a mille particolari, suoni, odori … se è vero questo ritengo che un posto particolarmente ricco di magia sia la libreria. È soprattutto nel freddo grigiore umido invernale di una città come Bologna che amo immergermi per ore in questo mondo fantastico, dove incontrare storie, luoghi, avventure, enigmi … tracce di esperienze e vita. In uno dei miei ultimi pomeriggi, mentre vagavo tra gli scaffali cercando alcuni testi, un libro ha trovato me: Un cervo in metropolitana. Già al titolo mi ero convinta, quando ho letto che è una autobiografia di Desmond Morris narrata attraverso la sua gioia di osservare il mondo e la sua relazione con gli animali, compresa la scimmia nuda – l’uomo – è stato naturale portarmi a casa questa storia.

Mentre rientravo camminando e ascoltando musica, con quella bella attesa che precede l’iniziare a leggere un libro, un pensiero è emerso: l’uomo in alcune parti del mondo ha organizzato il suo spazio in maniera tanto esclusiva da creare delle situazioni impossibili … se ci pensate il titolo lo è. Mi è apparso immediatamente chiaro come la nuova etica che sta emergendo, di riacquisizione del mondo animale sia una risposta a quello che siamo: la natura e gli animali ci definiscono, indipendentemente dal tipo di rapporto che instauriamo.

Nel leggere la vita di Desmond raccontata attraverso episodi curiosi e originali che gli sono capitati emergono alcuni temi molto cari alla zooantropologia e a Camminandoconilcane.

L’esperienza di vivere con … nel libro si incontrano personaggi che hanno fatto la storia dell’etologia, da Niko Tinbergen a Konrad Lorenz per citarne alcuni. Nelle loro diversità quello che li accomuna è il bisogno profondo di vivere a contatto con la natura e gli animali, il bisogno di rendere più naturali contesti urbanizzati o tipicamente umani come ad esempio uno studio. E così Tinbergen, nel suo ufficio di Oxford, si siede su una cassetta di legno e Lorenz vive attorniato da animali. Il loro modo di vivere questa continua contaminazione ha un altro aspetto fondamentale, una visione che non è mai antropocentrica. Per capire la natura e gli animali bisogna togliersi la visione dell’umano: bisogna conoscere l’animale per intero. Per conoscere e comprendere è fondamentale vivere l’esperienza, coniugare i sensi con il pensiero, imparare dagli errori e dalle situazioni che non ci aspettiamo. È nel momento in cui viviamo con la natura, gli animali, che apprendiamo e ci evolviamo.

Essere out of the box. E’ bello scoprire che dietro l’immagine di scienziati e personaggi che alimentano l’immaginario comune, ci sia quella sana dose di follia! Non si può scoprire nulla di nuovo se si rimane nel tracciato di quello che si sa già. Esplorare, tentare, indossare lenti diverse con le quali guardare la realtà sono strumenti che consentono di pensare l’impensabile e di scoprire il nuovo. Saper analizzare le scoperte con il rigore e la serietà dello scienziato consente di valorizzare quello che si è scoperto. La conoscenza e il metodo sono i pilastri della scienza, il pensiero creativo e un pizzico di follia gli ingredienti fondamentali per evolvere.

Ricordarci che chiediamo agli animali di stare in un mondo che non gli appartiene. Molto spesso le difficoltà, le incomprensioni, i cosiddetti comportamenti imprevedibili degli animali non sono causati da loro, ma dal fatto che ci dimentichiamo che li stiamo mettendo in un contesto che non gli appartiene, in spazi che non solo loro, di fronte a stimoli insoliti … come noi, gli animali provano emozioni e se si spaventano o si entusiasmano potrebbero esprimere comportamenti molto coerenti con quello che provano ma che non coincidono con le nostre aspettative. Ricordiamoci sempre da dove vengono, che competenze possiedono, quali mondi conoscono, non per limitarli, ma per accompagnarli alla scoperta delle capacità che nuovi contesti richiedono.

Apprendere dagli errori. Nel leggere la storia di questi illustri signori a volte “ho inorridito” rispetto al modo in cui gli animali sono stati osservati, studiati, presi … nello stesso tempo ho apprezzato l’onestà di un racconto che si prende la responsabilità di scelte ed errori importanti. L’umiltà e la consapevolezza di quanto i nostri desideri, aspettative, bisogni possano a volte causare danni agli animali sono due aspetti fondamentali di un senso etico profondo. Vivere l’esperienza di vita con un altro essere vivente parte dalla consapevolezza che sicuramente si commetteranno degli errori, che a volte scenderemo a compromessi, che dovremo avere il coraggio di guardare ai nostri limiti ed errori per crescere nel rispetto e nella relazione con l’altro… Mettiamoci in discussione tutte le volte che giudichiamo le situazioni o ci sentiamo perfetti!

Mi sono impegnata tantissimo per non spoilerare il libro … ed è stato molto difficile perché è davvero un viaggio colorato, inaspettato, divertente, ricco di molteplicità e curiosità. Se avrete voglia di leggere “Un cervo in metropolitana” scoprirete che anche i diamantini “divorziano”, che le scimmie hanno le loro fobie e tanto altro ancora … ma che ve lo dico a fare!?!?

Buona lettura!

Lascia un commento