Ad Einstein devo tante riflessioni illuminanti, alla sua curiosità e modalità di guardare al mondo, l’idea che le domande spesso sono di gran lunga più interessanti delle risposte. Trovo la domanda del titolo di questo libro rivoluzionaria. Quando e’ successo che l’animale essere umano ha cominciato a definirsi non come “diverso da” ma “superiore a”? Mi chiedo questo, come studiosa appassionata dell’animale uomo, che desidera comprendere le scelte e i comportamenti. Da appassionata delle culture antiche e tribali, ad esempio, so che questo passaggio non e’ universale: i pellerossa, e non solo loro, si sono sempre considerati appartenenti al grande spirito ne più ne meno di tutti gli altri esseri viventi, che per loro erano animali, piante, sassi, alberi … tutto ciò che è nel qui ed ora. Questo libro “rimette l’essere umano al suo posto in modo rigoroso ed elegante. E’ una grande lezione per chi ha la curiosità di guardare al mondo vivente di cui e’ parte, a cominciare da se stesso e passando per tutto ciò che lo circonda, per finire con ciò che è dentro di se” (Yves Coppens, professore onorario al College de France, membro della spedizione scientifica che portò alla scoperta dell’australopiteco Lucy).

Se avete voglia di immergervi in un viaggio alla scoperta dell’intelligenza animale, accomodatevi: ne vale certamente la pena. E nel farlo cercate di indossare le lenti dell’animale, ricordando che prima ancora di essere uomini e donne siamo animali, e questo amplia di gran lunga i talenti, le qualità e la comprensione del nostro potenziale.

Ora vorrei tornare al punto di partenza, ovvero la domanda che pone al centro il concetto di intelligenza. Se vogliamo capire cosa è l’intelligenza, o meglio le intelligenze, oltre a considerare i soggetti (l’essere umano e tutti gli altri abitanti della terra) dobbiamo considerare un attore fondamentale: l’ambiente. E’ l’ ambiente, con le sue sfide e le sue opportunità che si incrocia con ciascuno di noi, con i nostri sistemi percettivi, le nostre abilità, il nostro corpo, etc…in un dialogo e processo evolutivo che ci plasma. Siamo il frutto di noi stessi in relazione con l’ambiente e l’intelligenza ci dice come interpretiamo il mondo e a quale livello di adattamento siamo. Questo è un punto fondamentale, non solo in etologia ma anche nelle scienze umane. Troppo spesso infatti le persone continuano a definire e pensare all’intelligenza come a quella capacità e funzioni mentali che richiamano esclusivamente alla conoscenza concettuale e razionale, ovvero a quelle abilità strettamente connesse al linguaggio… e se così, è gioco facile definire l’essere umano come la specie più intelligente. Ma non è proprio così!!!  Senza scomodare Gardner, che di intelligenze solo nell’essere umano ne ha identificate almeno 9, se pensassimo che l’intelligenza è quella logico razionale, alla base del linguaggio, dovremmo pensare che i muti sono meno intelligenti perché non possono parlare, e sappiamo che non è così. Quindi se nella definizione di intelligenza apriamo a tutte le varie tipologie di intelligenza, includiamo l’ambiente in cui ogni specie nasce, vive e si evolve, allora una definizione molto interessante e che ci consente di ragionare sulle diverse specie è “l’intelligenza come capacità di adattamento comportamentale di un soggetto di fronte ad una situazione, o più in generale, una funzione di adattività che permette a un soggetto di adeguare al meglio il proprio comportamento in funzione del contesto. Per intelligenza in questo libro si intende la capacità di rispondere in modo flessibile alle situazioni nuove o complesse”

Che sia chiaro, questo passaggio e’ centrale, non per essere buonisti o animalisti, ma perché l’essere umano stesso non ricade nell’idea classica di intelligenza: il modo in cui prendiamo le decisioni nella vita, come gestiamo il rischio, la nostra logica naturale non sono coerenti con l’idea dell’uomo razionale (se siete curiosi e/o desiderate approfondire: “Pensieri lenti e veloci”di Daniel Kahneman)

Grazie a Dio o a all’Evoluzione o al Grande spirito non siamo solo QI (quoziente intellettivo)… Ok ok, mi sono persa nei meandri delle scienze umane, torniamo al punto: cosa ci si può aspettare da questo libro? Siamo proprio sicuri che l’intelligenza umana, quella che viene definita come superiore, sia connessa al nostro grande cervellone e alla capacità che abbiamo di plasmare il mondo con le mani? E qui l’autrice porta dati interessanti… ve ne spoilero qualcuno:

  1. quello che fa la differenza per l’intelligenza non sembra essere tanto la morfologia del cervello (ovvero come è fatto, se è grande o piccolo, quanta neocorteccia o corteccia ha) ma come sono strutturate e organizzate le cellule che lo compongono e che … udite udite possono essere dello stesso tipo tra specie diverse, come uomo e uccelli.
  2. Se quindi sono più importanti il numero di neuroni che la grandezza del cervello, beh dobbiamo sapere che nella corteccia, la parte del cervello umano che riteniamo ipersviluppata, ci sta solo il 19% dei nostri neuroni.
  3. Il cranio di un pesce e’ più complesso di quello di un primate!
  4. Alcune rane hanno un primo dito che si comporta come un pollice, può essere opponibile e contribuisce alle prese di precisione.
  5. Non siamo gli unici ad usare utensili ….

Ops e ora come la mettiamo.? Davvero un bel rompicapo! Attenzione, sia chiaro, l’intento non è di svalutare le capacità umane: la storia, l’arte, la tecnologia, la cultura … tutto quello che l’uomo ha sviluppato testimonia la sua capacità di fare grandi cose e le incredibili facoltà mentali; questo non significa però che la nostra intelligenza sia superiore o che solo noi siamo capaci di. Com’è? Che ne dite di sfatare alcuni Miti?

Siete sicuri che solo gli esseri umani sono in grado di …

Fabbricare vestiti. Gli scimpanzé fabbricano “calzature” per proteggere i piedi quando si arrampicano sugli alberi dalla corteccia spinosa

Curarsi. Gli scimpanzé mettono in pratica diverse tecniche di preparazione ed estrazione del cibo: frantumazione, percussione, assorbimento di sostanze vegetali  (a volte con fini medicinali). Alcuni macachi sono stati osservati mentre usavano capelli umani come filo interdentale.

Sciare. Le cornacchie sono in grado di prendere un oggetto a forma di coperchio, posarlo su un tetto con la neve, salirci sopra e scendere, insomma andare sullo slittino, ripetendo più volte le salite e le discese!

Innovare. Betty, un corvo, di fronte a: un tubo messo in modo da non poterlo sollevare e più lungo del suo becco; una cestina con manico piena di cibo al suo interno; cannuccia di alluminio a sua disposizione, che fa? Grazie alle sue zampe, becco e corpo, fabbrica un uncino con angolatura perfetta (né troppo aperta né troppo chiusa) ed estrae il cibo. Ops, ma non ha né mani, nè corteccia cerebrale. Gli insetti sapranno fare altrettanto?

Fare le serenate. Diverse specie di grillo sudamericano, per amplificare il richiamo, sfregano le tegmine (ali anteriori) sui bordi di un buco a forma di pera in una foglia.

Gli scimpanzé hanno un meccanismo di navigazione molto più preciso e performante di quello umano: una mappa spaziale e visiva che consente di calcolare distanze, direzioni da prendere e memorizzare oggetti nello spazio con una precisione altissima.

Altre due caratteristiche che sono sempre state associate all’unicità dell’intelligenza umana sono l’innovazione e la trasmissione culturale. Siamo sicuri che appartengano solo alla nostra intelligenza? Bella domanda eh. Beh non voglio proprio svelarvi tutto …

L’aspetto che ho amato di più di questo libro è che “nuoce gravemente alla salute dei pregiudizi sul mondo animale, sulla sua organizzazione gerarchica e sull’intelligenza umana” e mantiene allenata quella curiosità e apertura mentale che, dal mio modesto punto di vista, sono dei grandi acceleratori intelligenti dell’evoluzione. Consapevole che il mio concetto di evoluzione si allontana dal concetto darwiniano della sola lotta per la sopravvivenza e si basa sull’idea di un sistema in equilibrio e cooperativo, dove le vite si intrecciano, nulla si crea e si distrugge ma tutto si trasforma, credo che questo libro apra a domande e riflessioni che meritano di essere lette e condivise.

Buona lettura

Manu

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