Il valore delle tensioni sociali tra cani!

Nutro sospetto nei confronti del principio che dice sia meglio evitare conflitti, lotte, gestioni delle risorse etc.. tra cani. Vivo con diffidenza la cultura del facciamo andare sempre tutto bene perché si ha un marcatura positiva, è vero, del momento sociale.

tensione sociale

Vedo un buco in tutto ciò. Dove stà la conoscenza delle dinamiche sociali? quelle vere intendo! Dove stanno gli obbiettivi di convivenza che il cane dovrebbe porsi? Dove trova, il cane, il significato del non dover avvicinarsi sempre e comunque agli altri cani o del non rompere le scatole con giochi inopportuni a chi non ne ha voglia?

Vedo un buco nell’esperienza e una mancanza di motivazione al rispetto dell’altro nel togliere alla vita le reali difficoltà, limitando lo stare insieme al solo piacere, alla convivialità sempre e comunque!

Per carità, occorre far conoscere al cane ed alla persona che lo accompagna, le bellezze dello stare insieme e dell’andare d’accordo con gli altri, ma allo stesso tempo occorre dare significati e valori. Perché è necessario prestare attenzione agli altri per stare con gli altri.

Sarà allora perché si aprono i conflitti che si proverà a chiuderli, e sarà nella fatica e nell’impegno che occorre a dover smorzare i malumori altrui che si cercherà poi di evitarli. Discorso lineare se si pensa che il cane cresca nelle esperienze. Discorso importante se si conosce il profilo etologico del cane, animale con il talento della collaborazione e della concertazione, che vede nella risoluzione dei conflitti il piacere di stare con l’altro. Che decide di dare fiducia a chi riesce meglio a contenere, ed evitare, e risolvere i conflitti. Eleggendolo a guida, a compagno, a referente. Discorso inutile per chi non pensa che un cane impari, cognitivamente parlando, nelle esperienze

Allora il valore della socialità si apprezza nel piacere del gioco ed anche nel conoscere il valore delle tensioni sociali e quindi significa impoverire le conoscenze sociali del cane, non fargli vivere il dover rispettare la ciotola altrui, i tempi altrui, gli spazi altrui ed i valori altrui. I soggetti a cui tutto è dovuto, tutto è permesso, faticano a provare piacere nei momenti sociali, perché non capendone le regole non ne trovano i veri significati, non arrivano alla condivisione e si arenano nelle sabbie dei conflitti. Rimane loro l’arrabbiarsi o l’evitare.

Ma nel conoscere le tensioni sociali si impara l’altruismo e l’essere parte di un gruppo, con queste dotazioni di significato è più facile essere dei tipi da compagnia.

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